Il Carnevale è un modo di essere

 
 
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Sapete perché il 6 gennaio i Pifferi hanno suonato dal Giacosa facendo risuonare in Ivrea le loro note?

Perché quello era il nostro momento.

E per nostro intendiamo di tutti: riva destra e riva sinistra.
Era il momento del centro storico e delle piazze, delle reti sui muri e degli Abbà affacciati ai balconi, dei cappelli frigi su ogni capo di Ivrea e delle vetrine zeppe di mimose, dei paioli fumanti e dei campanelli sulle quadriglie. Era il momento dei tamburi e della rivolta popolana, dei bombardini e delle tende della croce rossa.

I Pifferi ci hanno ricordato che quel momento era e resterà per sempre nostro. Lo è anche e soprattutto quando la casacca resta chiusa nell’armadio e le arance sugli alberi, perché lo Storico Carnevale di Ivrea non è solo un evento ma è soprattutto un modo di essere.

E allora assieme alle altre Squadre vorremmo fare anche noi la nostra pifferata portando in piazza quel che siamo, sperando che questo gesto sia per tutti voi un sostegno, un motivo di sorriso, un richiamo a non dimenticare mai quel che in questi decenni siamo stati in grado di fare e di essere, tutti assieme.

A Ivrea teniamo la testa alta per tre motivi: perché non ci arrendiamo mai, perché "nella maschera ti cerco" e perché così possiamo vedere le bandiere.

In tutta sicurezza e senza avvisarvi perché non sarebbe stato possibile abbracciarci sotto le autoscale, stanotte abbiamo deciso di suonare la nostra pifferata. Perché questo è il nostro momento e perché queste bandiere dicono chi siamo.

A modo nostro, buon Carnevale Ivrea.
Tucc’un

Il Direttivo.

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Tuchini Del Borghetto